La Logica dei Tempi – Antropologia e Matematica: la questione insuperabile dell’Uomo

Giorgio Fabretti

Premessa

Il tema di questo breve saggio è una riflessione per il decennale della pubblicazione della “Teoria del Tutto come algoritmo di un Reale Logico operativo a base tempo astratto, che superi la dicotomia soggettivo/oggettivo in una sintesi “relazionale” (a partire dal Neodarwinismo, Einstein, J.A. Wheeler e Wigner).
L’argomentazione filosofica che segue è costruita sulla base del codice Dna “selezione naturale logica” oltre i limiti dell’empirismo e del fisicalismo, per una visione unitaria del Reale oltre le Teorie del Big Bang e delle Stringhe, dallo Spaziotempo oggettivo al Tempospazio matematico.

È una riflessione dovuta come preannuncio della seconda edizione de “Il Tempo e il Tutto”, di Giorgio Fabretti e Giuseppe Mascioli, concepito come dispense universitarie nel 2000, pubblicato nel 2005 in estratti, nel 2007 in libro stampato e poi sul Web in vari siti.

Il “Tutto Algoritmico” di cui sopra, andrebbe riedito per la seconda volta, aggiungendovi i dialoghi tra un antropologo, Fabretti, e un matematico, Mascioli, sui numerosi tentativi (da Rovelli a Tegmark, ecc.) che hanno tentato di copiare maldestramente la concezione del Reale “logico-matematico-temporale”.

È un concetto nuovo unico originale, che sulle spalle di genetica ed informatica infligge una rivoluzione di tipo copernicano all’antropocentrismo soggettivistico fenomenologico e allo scientismo oggettivistico, tanto divisi e divisivi del sapere, quanto uniti nel confondere le masse nella logica del regime socialcapitalistico virtualistico della “distrazione di massa” dai genocidi ed inquinamenti in corso.

In esso cui la materia appare come messa in memoria di un campo algebrico dove il calcolo di “t = e” emerga come fenomeno antropico realistico, senza mai perdere la sua dimensione astratta, come appunto accade nel combinato disposto della “selezione naturale” e del “codice Dna interfaccia ambientale e matrice di Weltanschauung”.

Argomentazione

Nel “Nuovo Rinascimento” italico, nelle vie e nello spirito che videro al lavoro Fermi ed i “ragazzi di Via dei Serpenti”, oggi pattugliate da Hummer antiterrorismo, tra cellule del Mossad e dell’Isis in una Roma di nuovo “Città Aperta”, due pensatori di discipline lontane come quella iperconcreta dell’Antropologia neodarwiniana e di una Matematica teorica algebrica, dialogano a “tutto campo” del “Campo del Tutto” per trovare una misura tra espansione e contenimento di un Dna tra estinzione e mutazione, che tende a slittare per la tangente dell’Ego verso la costruzione di un Tutto Immaginario che crollerà catastroficamente.

Dalle antenne di due discipline distanti, e sulle spalle della scienza più avanzata, due anziani docenti, che ne hanno viste di tutte per oltre mezzo secolo e sono lontani da ogni fazione, si interrogano reciprocamente su cosa sia la Realtà dentro e fuori della mente, per ipotizzare un Tutto che dia un altro colpo definitivo, dopo Copernico, Colombo, Galileo, Darwin e Fermi, all’antropocentrismo di un Medioevo che sopravvive nello Scientismo Neutralista, vero Oscurantismo dei Barbari Tecnologici.

Solo a Roma, dove trionfò 500 anni fa il Rinascimento della società moderna che conosciamo, si poteva tentare una riproposizione classica millenarista, con spirito leonardesco, interdisciplinare, della “Città Ideale” di Piero della Francesca e della “Venere” del Botticelli.

Nel Terzo Millennio nato con il Terrorismo, il tema centrale è la “Follia dell’Uomo”, intesa come “click” della “Selezione Naturale”, con cui una Logica Universale del Tutto, rimette apocalitticamente in flusso una Logica Locale, un “mulinello sul fiume dell’Entropia”, convinta di girare in tondo per sempre, ignorando il Tutto che la travolge.

Non è un fenomeno nuovo, ma una forma nuova del solito fenomeno antropocentrico di un Dna particolarmente irrequieto nella sua adattività molto precaria rispetto ad altre specie come le formiche o i topi.

Per questa specie di Homo, più Delirans che Sapiens, drogato in tutti i modi, soprattutto da sé stesso, “sta suonando la campana”. E qualche esemplare “mutante” si risveglia dall’incubo virtuale del Luogocomunismo Globale, per riflettere fuori dagli schemi, se ci sia una via d’uscita alla Civiltà della Bomba Atomica, iniziata nel 1945 e terminata dopo 72 anni, nel 2017, della stessa durata trigenerazionale dell’altro Grande Raggiro del Comunismo, dal 1917 al 1989.

Ma i due scienziati si accorgono prima di cominciare a dialogare, che le strade che la specie umana in crisi ha davanti, sono due ed opposte, una ancor più delirante ed antropocentrica che corrisponde all’acceleratore sulle tecnologie del virtuale che egotizzino le moltitudini nei loro feudi personali immaginari, e l’altra invece che corrisponde al “battere i piedi in terra” per trovare una misura fisiologica nel Dna che corrisponda a un Codice Universale.

Nell’imboccare decisi la seconda via, la Logica della Natura Oggettiva che includa e moderi gradi di Soggettività Creativa, anziché la prima via Fenomenologica Soggettiva del Grande Raggiro Iperreale Antropocentrico, si impone una Teoria del Tutto che risvegli dal Finto per il Vero.

La Morale scientifica corrisponde ai quesiti di Wigner, Nobel della Fisica, ripresi da Ratzinger in “Caritas in Veritate”, sulla “straordinaria, miracolosa efficacia della matematica”, per trovare un nuovo equilibrio “caritatevole” in un Nuovo Tutto Realistico, tra Bio-eco-etica della Salute e Tecno-logica ‘ragionieristica’ del Dominio.

Alla luce fioca dell’Algoritmo, la “Lanterna di Diogene” dei nostri tempi, i due dialoganti cercano un posto per l’Uomo nel Tutto, e lo trovano nella “Logica dei Tempi”.

Ma questa “Logica dei Tempi” non ha solo il significato convenzionale che anche nel Luogocomunismo Globale le si riesce ad attribuire.

In realtà è un concetto vasto come l’oceano, ma con un significato “crono-logico” (o “cronomico” o “crononico”) a cui il vascello della mente può riferirsi come alla Stella Polare per scoprire una Nuova America, un continente astratto del’Universo Computazionale, che si può raggiungere non ‘ad Est’ per la lunga ‘via di terra’ della Fisica, ma ‘ad Ovest’ per la via più breve della Matematica.

La “Via Breve al Tutto” è quella praticata da Einstein che fantasticava sui modelli matematici di Ricci Curbastro, ed è quella “modellistica comparativa”, quella “logica della coerenza” con cui già Bruno, Cartesio, Galileo, Fabretti e Newton, scoprivano la scienza nel 1600, e che appunto unisce studiosi dell’Uomo e studiosi della Natura, come solo nel Post-Rinascimento si sapeva fare.

E ciò prima che il turbinio dell’Industrializzazione Capitalistica, tra Razionalismo Massonico e Banalizzazione Religiosa, non affondasse ogni Illuminismo nella melma della Manipolazione Ideologica e Scientista degli “effetti speciali”, che oggi ha raggiunto la fase suprema nell’Iperrealtà Finanziaria della Truffa Globale.

Il “Tutto Algoritmico” è solo un nome per uno strumento che la scoperta del Dna ha imposto come chiave interpretativa e congiuntiva sia della visione del mondo scientifica e sia della miracolosa efficacia della matematica.

È lo strumento con cui l’umanità esce dalla preistorica dipendenza dai sensi della sopravvivenza, per navigare nella più realistica dimensione dei dati logici.

Ma questo Tutto Logico non è solo il mare di dati su cui galleggiamo, ma è fatto di “Tempi” che sono la sostanza delle onde da cui emergono stocasticamente i dati che computiamo algoritmicamente.

Per farci capire anche dai fanciulli, il “Nuovo Mappamondo Algoritmico” del Tutto, è un Campo fatto di modelli algebrici a base tempo, in cui le frequenze dei Tempi danno origine a Energia e Materia nello Spazio Operazionale di tipo “Memoria”, in cui anche gli operatori umani partecipano dando il nome di “Realtà” alla cogenza stocastica in cui – i loro elementi frattali – riflettono come specchietti la “Logica dei Tempi” che anima il “Tutto”, oltre la Fisica, i Tempi e la Logica stessa.

Sono modelli difficili da immaginare figuratamente, giacché superano in astrazione geometrie, topologie, fisicità, ma sono ben rappresentate nell’operatività del Dna che con le sue letterine, mostra la potenza delle scritture nell’istruire la costruzione della persona e la guida al sentimento pensante e all’adattamento riproduttivo.

Al nuovo pensare ci si deve abituare, come all’idea che non era il Sole a girare intorno alla Terra, ma il contrario. Così con la “Logica dei Tempi” si può arrivare a vedere il “Mondo” come una cassaforte naturale che chiede le combinazioni per aprirsi ed essere esplorata. Le combinazioni chiedono tempi di tentativi ed errori a volte infiniti, a meno che non si usino le chiavi genetiche installate dentro di noi, con l’ipotesi che possano aprire la “Cassaforte del Mondo”.

Dunque, sempre per i fanciulli, il “Nuovo Mappamondo” non è una palla tonda, ma la stringa di simboli algebrici a base tempo, che algoritmicamente facciano emergere il frattale stocastico in cui partecipiamo. Questo frattale può essere tradotto in immagini grafiche, le cui proporzioni sono le misure a noi consentite per “Essere al Mondo”.

E così si trova un “Esistenzialismo Logico” che ci porta, anche politicamente, fuori dalle sabbie mobili dell’ “Esistenzialismo Fenomenologico” che ha prodotto Nietzsche, Heidegger e Hitler, o Stalin, Sartre e Mao, insieme a 100 milioni di morti innocenti tra atroci sofferenze per un’idiozia planetaria novecentesca senza precedenti nella storia dell’umanità, che a tutti i costi vorremmo velleitariamente evitare di ripetere nell’adiacente secolo 2000.

Ecco dunque come una “Logica dei Tempi del Tutto” ha una motivazione di base “bioecoetica”, contro la “civiltà della finzione iperreale”, che sta diventando pericolosamente establishment, perché ha dalla sua parte il “repulisti catastrofico” che la Natura sta preparando per spazzare via la ‘monnezza’ di questa attuale civiltà ‘fuori misura’, imbambolata, che eccede sbattendo da una droga all’altra, fino a rovesciarsi finendo le batterie, come appunto i giocattolini dei fanciulli a cui ci rivolgiamo.

La Logica dei Tempi lavora invece traducendo le “esiziali fenomenologie del Luogocomunismo” in Tempi diversi da tollerare ad esaurimento, attraverso una turnistica fisiologica e non ideologica, di cui la Truffa Globale in corso non dovrebbe avere timore, perché si avvera gradualmente, e quindi “avverte più che sovverte”, dimostrando che ogni resistenza è meno conveniente dell’accomodamento “crononico”, ovvero “l’algoritmo su misura del Dna”.

Ascoltiamo dunque le voci del dialogo tra l’Antropologo del Dna Algoritmico e il Matematico del Cronone Algebrico, mentre cercano “dalle stalle alle stelle” e viceversa, di trovare quella “misura aurea”, tipo “p greco che chiude il cerchio”, tra espansione attuale di un Dna “iperegoista” e civiltà alternativa di un Dna “crono-logico”.

È un percorso “a suspence” per ipotizzare una via di rimettere sui ‘binari della Storia’ un treno “Civiltà” che sta deragliando. Comincia spiegando ai passeggeri che il paesaggio in cui corrono non è fisico, e nemmeno spaziotemporale alla Einstein, se non in una apparenza approssimativa e alla lunga pericolosa per la traiettoria del treno.

Il paesaggio è algebrico temporale, che girando su un’interfaccia grafico può apparire un frattale stocastico. E le possibilità epocali di restare sul binario elicoidale del Dna, senza deragliare in tumori o immunodepressioni, dipendono dalla scoperta di un modello logico “t = e” (Tempo uguale Energia), in cui si enuclei una misura costante, una proporzione “p greco”, che stabilizzi temporaneamente la circolarità o “sostenibilità” della presenza umana sul Pianeta.

Cerchiamo dunque di scoprire come ‘vedere il mondo’ come un Tutto Algoritmico, per ‘essere al mondo’ in relativa Pace, ovvero secondo una “Logica dei Tempi” tanto astratta da farci uscire dal mulinello della Truffa Virtuale, e farci tornare a galleggiare sul Flusso Logico dei Tempi, la sola Realtà su cui attualmente possiamo viaggiare senza troppi e cruenti sbalzi.

La Matematica risolve. La questione antropologica è invece insuperabile. Non è solo la “bestialità” umana, quanto l’arcaica assurda “modernità” che ha scelto di ingannare la civiltà con un equivoco sulle “libertà”, rese angoscianti, fonti di continue colpe e fallimenti.

Tale equivoco è fondato sul meccanismo sessuale genetico-statistico del rimescolamento delle carte per confrontarsi all’esame della “selezione naturale”.

Ma in una civiltà dell’ingegneria genetica e dell’intelligenza artificiale, non si può che trovare la serenità che nell’accettazione degli automatismi statistici continui con cui da sempre lavora la natura.

Un recupero della naturalezza e della solidarietà, fuori dal vicolo cieco delle finzioni manipolate, non può che interpretare l’etica non come ‘protagonismo-colpa’ antropocentrico, utile solo alle corporazioni del consenso, del marketing, delle finte fedi, dei profitti, ma come sintonia degli automatismi.

La presunzione dell’Homo è divenuta insostenibile per la sopravvivenza. Porta a stragi, suicidi, errori catastrofici. La modestia che la moderi, non può che partire dall’accettazione dei propri automatismi, riedizione neoantica della “accettazione del destino”.

Questo “neofatalismo” sembra un paradosso, ma realisticamente non ci impedisce di migliorarci, ma ad un tasso moderato di fallimenti e catastrofi. Il protagonismo antropocentrico e tecnologico si è rivelato più distruttivo che costruttivo.

Un punto mediano conservativo, un po’ risolutivo della contraddittoria condizione umana, non può che assestarsi logicamente su una ricerca di sintonie tra automatismi. Sembra ed è semplice.

Forse è sufficiente uscire dal delirio delle droghe più o meno virtuali, in cui la civiltà si sta infognando sempre più, nell’illusione di gettare la spazzatura fuori dalle iperrealtà virtuali senza che si finisca per risvegliarsi da un incubo.

 

Bibliografia essenziale dell’autore

  • Antropologia e storia cognitiva, Franco Angeli, Roma 2005.
  • “Il Tempo e il Tutto”, Fondazione Raffaele Fabretti, Roma 2007
    (pubblicato su sito Vixra con sintesi in Inglese).
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